Apri questa elegantissima scatola e ci trovi un mondo. Un mondo creato dalla simpaticissima Aya Bdeir, conosciuta durante il secondo Open Hardware Summit di New York.
Littlebits , questo il nome del progetto, è una libreria opensource di moduli elettronici che si agganciano tra di loro con dei semplici magneti.
Puoi farci di tutto! Illuminare, premere, piegare, suonare, muovere….
Come i LEGO puoi creare strutture complesse con estrema semplicità, senza nessuna esigenza di programmazione. Ogni modulo fa qualcosa ed ha una funzione unica (luce, suono, sensore, motore, ecc.) li agganci tra di loro e magicamente interagiscono.
La semplicità di questo sistema ha fatto vincere ad Aya una bella serie di premi e riconoscenze, compresa una presenza al TED
Littlebits non è l’unico sistema che sta portando dal basso il Physical Computing alle masse.
Un altro sistema, molto simpatico è reaDIYmate. Questo sistema è basato su oggetti in papercraft, da costruire, che contengono elementi interattivi collegati ad internet.
Cubelets , un po come littlebits, combina dei sensori ed attuatori magnetici ognuno con una funzione ben precisa.
Ci sono più di 20 elementi da combinare tra di loro per creare robot o sistemi interattivi anche complessi con estrema semplicità
Un altro interessantissimo progetto già anticipato in questo post è quello del MIT con Scratch e la sua PicoBoard.
Nell’ambito del physical computing, avere una schedina con tutti i sensori già integrati e una interfaccia software come quella di Scratch è decisamente una semplificazione ai processi. L’unico limite è quello di aver un computer collegato.
Non potevo finire questa carrellata con il Kit che reputo più performante di tutti: il TinkerKit by Arduino.
In effetti la semplificazione è alla base di questo progetto.
Decine di sensori facilmente collegabili alla scheda Arduino preventivamente accoppiata al Tinkerkit sensor Shield. Sono stati questi gli strumenti che abbiamo prediletto al corso per Artigiani Tecnologici sul VIC (Visual Interactive Communication) in Roland. L’estrema flessibilità, unita ad una potente programmazione ci hanno consentito di realizzare in pochissimo tempo i sei progetti che avevamo discusso in questo post.
La carrellata potrebbe andare avanti con altri sistemi ed altri software che stanno avvicinando il Physical Computing alle masse. Questi piccoli oggetti dei desideri funzionano davvero. Non sono relegati nei centri di ricerca ma sono disponibili in ogni laboratorio o casa. Strumenti per far nascere nuove applicazioni e sopratutto per fare amare la tecnologia ai bambini in maniera estremamente divertente.